Il consigliere regionale del Piemonte deve dire addio al Movimento. La colpa? E' la terza volta che si candida. E i più maligni, dicono: "perchè ha sostenuto la Salsi contro Grillo".
E' destinata ancora una volta a far discutere, la decisione del "portavoce nazionale", del movimento 5 stelle, di cercare di espellere un candidato-eletto nelle proprie fila.Stavolta a farne le spese è stato Fabrizio Biolè consigliere alla regione Piemonte. Con una lettera dell'avvocato del Signor Giuseppe Grillo, lo studio legale Squassi e Montefusco di Milano, Biolè si è visto negare di fatto la sua partecipazione come attivista del movimento cinque stelle. La colpa è sempre la stessa. Biolè è già stato eletto due volte e per la terza non può fregiarsi del titolo di "grillino". Insomma Biolè deve rinunciare al movimento. E' fuori. "Su tali premesse Le comunico la decisione del sig. Grillo di revocare l’autorizzazione all’utilizzo da parte Sua del nome e del marchio del MoVimento 5 Stelle di cui egli è esclusivo titolare, invitandola a volersi astenere, per il futuro, dal qualificare la sua azione politica come riferibile al MoVimento stesso o, più in generale, come ispirata dalla persona del mio cliente", scrive nella lettera l'avvocato di Grillo.
Naturalmente l’elezione del consigliere è del tutto legittima, essendo stato votato dai cittadini piemontesi, quindi solo lui potrebbe decidere di dimettersi, come l’avvocato di Grillo gli ha ricordato. Per il prossimo futuro, quindi, Biolè dovrà astenersi “dal qualificare la sua azione politica come riferibile al Movimento stesso o più in generale, come ispirata dalla persona” di Beppe Grillo.
Personalmente sono perplesso. Ed una occorrenza del genere, basata ancora su notizie non del tutto ben definite, ma frammentarie, mi induce ad uno stato di attesa. Anche perchè sono certo, che sarà motivo di dibattito alla prossima riunione Regionale del Movimento 5 Stelle. E voglio capire in quella circostanza, quali sono gli elementi che verranno portati a motivare questa scelta di Grillo.
Sono per le regole ferree. Ma le regole dicono anche che l'espressione parte dalla base.
Per me: "uno vale uno", non è uno slogan. E' una scelta di vita basata sulla libertà.
Il dibattito è aperto a tutti voi.
Massimo, se le regole del movimento sono quelle che tutti conosciamo, chi si iscrive penso ne sia al corrente e se non gli garbano basta non iscriversi.
RispondiEliminaPer quando riguarda il secondo punto e cioè il regolamento deve essere espressione della base, allora bisognerà prima riscrivere un regolamento e poi eventualmente candidarsi per la terza volta e in..... barba alla coerenza!Personalmente sono d'accordo con le regole attuali
Sono d'accordo. La mia titubanza, essendoci notizie per lo più frammentarie e di parte (giornali e giornalisti che non stravedono per il movimento), si legge anche che la deroga era stata chiesta e concessa. In tal caso, se la dirigenza a suo tempo concesse la deroga, non vedo motivi oggi per tornare sui propri passi. Ma ripeto....esprimo cautela nei giudizi in quanto le notizie sono più ufficiose che ufficiali.
EliminaNon conosco il perché e il per come sia stata concessa la deroga. Conosco il Movimento e ciò che sostiene e i cittadini hanno dato la fiducia al Movimento per le cose che intende portare avanti e una di queste è: due mandati e poi a casa. Se non viene rispettato per gli elettori sarebbe una presa in giro, sarebbe un comportamento da " vecchi partiti" e noi per primi stiamo lottando per una classe politica onesta, pulita, con idee nuove e fatti concreti e tutto questo non prescinde dalle regole. Senza regole precise sarebbe l'anarchia e il caos totale.
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