giovedì 16 gennaio 2014

AUTONOMIA SI. AUTONOMIA NO. NON SIAMO NE' IL TRENTINO NE' LA VAL D'AOSTA

ABOLIAMO L’AUTONOMIA DELLA SICILIA. CONTINUIAMO AD ESSERE UN POPOLO CHE HA BISOGNO DI "NON AVERE POSSIBILITA' DI SCELTA".

di Giampiero Alfarini

Quando, per lavoro, mi ritrovo in macchina ad affrontare lunghe trasferte, ascolto spesso Radio 24. Solitamente le trasmissioni mattutine sono pacate nei toni, quasi a volerti accompagnare al completo risveglio. Stamattina invece, un boato è riecheggiato nelle orecchie di chi era alla guida o a casa ad ascoltare la predetta emittente.

Era lo sfogo di Vincenzo, agente di commercio palermitano, un cittadino come tanti.

Un grido di dolore, di rabbia, di orgogliosa sicilianità. Ripercorriamo gli eventi: Il giornalista Alessandro Milan ha in diretta nella sua rubrica “24 mattino”, Antonello Cracolici, ex capogruppo Pd e attuale presidente della commissione Affari istituzionali dell'Ars, che figura tra gli indagati dalla Procura di Palermo per peculato in seguito alle c.d. spese pazze, ovvero per l'uso illecito dei fondi destinati ai gruppi parlamentari. Da politico navigato, Cracolici sostiene con veemenza la sua tesi: le spese pertinenti al suo gruppo (PD), rientrano nell’alveo delle spese di carattere istituzionale, quindi non costituiscono oggetto di reato.
Al conduttore che chiede se, a prescindere o meno da una ipotesi di reato, sia opportuno – atteso il momento storico – che un capogruppo autorizzi l’acquisto di cialde per il caffè, bottiglie di acqua minerale, pubblicazione di necrologi da pagare con i soldi dei siciliani, il deputato risponde che trova sommamente ingiusto dover rispondere in sede giudiziaria per queste cose. Si tratta sostanzialmente di una prassi assolutamente normale e consolidata. A questo punto irrompe Vincenzo, il quale dopo avere premesso di assumersi la responsabilità di quanto sta per dire (a tal proposito declina le proprie generalità) scuote l’ultimo residuo di sonnolenza di chi è in ascolto: "A sentire certe cose da un siciliano come me, con quello che subiamo e con la crisi che viviamo, il sangue diventa acqua - dice Vincenzo -. Queste persone sono indegne di rappresentare un partito che fu di BERLINGUER e di PIO LA TORRE. L'autonomia della Regione Sicilia va abolita perché i nostri politici, con le prebende che hanno, si garantiscono il voto e perché in cinquant'anni è servita solo a istituire una dittatura. Qui da una parte ci sono persone che non hanno un euro per comprare il pane e dall'altra gente che prende 20 mila euro al mese e pretende anche di avere il caffè pagato per motivi istituzionali. Mi stupisco che i palermitani, all'osso come sono ridotti, non entrano nel palazzo e non li schiaffeggiano". C’è poco da aggiungere, ha detto tutto Vincenzo. A cosa è servita questa autonomia siciliana se non ad eludere fastidiose restrizioni e scomode leggi dello stato? Quali benefici ha portato ai siciliani onesti che si alzano la mattina per andare a lavorare ed il caffè, i fumetti di Diabolik e le cravatte se li pagano da soli. Ormai si è perso ogni senso della misura. Qui non si tratta di stabilire se ci sono reati o meno, questo compete alla magistratura che come sempre assolverà al meglio il suo compito. Qui si tratta di capire fino a che punto, è possibile sopportare un affronto quotidiano alla dignità e all’intelligenza di noi siciliani.
A Vincenzo va il mio ringraziamento e la mia stima per aver dato voce a questo sentimento. Al politico Cracolici, tutto il mio sdegno di siciliano onesto.

mercoledì 15 gennaio 2014

DROGHE LEGGERE: TRA COSTUME, RELIGIONE, MEDICINA E BUSINESS

CONVIENE DI PIU' MANTENERE APPARATI DI CONTROLLO E REPRESSIONE, O AMPLIARE LA LIBERALIZZAZIONE?

Già, perchè in giro, di droghe leggere, ce ne sono già diverse, come le sigarette ed il Vino. Per non parlare della dipendenza dal gioco delle SLOT, ma lì andremmo in un campo completamene diverso.
Condivido quanto scrive l'amico Lello Voce, su "Il Fatto Quotidiano", ed invito tutti ad una riflessione.
Droghe leggere: a chi davvero conviene la repressione? Chi ne trae davvero vantaggio?
Proviamo tutti, una buona volta a dare queste risposte senza il pregiudizio della morale, che viene tirata in causa quando serve, per essere poi riposta quando diviene scomoda.
Senza inerpicarci in sentieri soggettivi come i pareri medici, o sociologici.
Ma il vero business del PROIBIZIONISMO chi lo fà?
Chi sono e perchè continuiamo a mantenere AL CAPONE??