Mario Noto: un urlo digitale che scuote le coscienze, o scatena solo le "lingue"?
Le foto di volti inquietanti, grinzosi, sdentati, forti, segnati dal tempo, dalle sofferenze, dal vizio. Sullo sfondo il bello ed il brutto di Piazza Armerina.
Un articolo di "Le journal de la Photographie", che fà da contorno citando i "non luoghi" di Italo Calvino, e le coscienze piazzesi "insorgono". Articolo, che in molti sospettano, sia stato scritto proprio dall'artista dell'obbiettivo.
Certo....è vero....ma è anche questo. E "questo" si trova anche altrove. Gente emarginata. Volti che sanno di impenetrabilità culturale, intellettuale. Campioni di immagini, più adatti ad uno studio "antropologico", sulla ricerca dell'anello mancante della catena evolutiva di Charles Darwin, che a descrivere una società, quella di Piazza Armerina, fatta di bellezze, (anche umane naturalmente), di intelligenze, di stimoli, di arte cultura e sensibilità.
Ma si sà....gli artisti, a volte, con degli eccessi, e con delle immagini crude e dure, che ti colpiscono violentemente allo stomaco come un pugno, vogliono scuotere le coscienze....suscitare il dibattito, stimolare reazioni....affrancare le menti dall'apatia e dalla rassegnazione, imperanti (...e Piazza Armerina, ne è ricchissima) e dominanti.
Non sò se sia giusto. Oliviero Toscano sbatte sui cartelloni pubblicitari, problemi come anoressia, cancro, tortura, violenza sui deboli.....indigna....ma fà discutere.
Penso ai film di Ciprì e Maresco. Li ricordate? Storie grottesche sullo sfondo di una società ai limiti dell'incubo.
Estreme rappresentazioni delle miserie umane e sociali raccapriccianti. Una Palermo devastata dal brutto. Bene....facevano riflettere. Palermo non è quella. Ma è anche quella. Il Brasile è il calcio, ed il carnevale, ma è anche favelas e sfruttamento minorile della prostituzione e della droga.
Ci siamo indignati culturalmente per anni, perchè la famiglia Italiana nella pubblicità era composta da mamma e papà che erano mastro Lindo e l'olandesina, ed i figli, Calimero e Kinder Pinguì, che mangiavano Ferrero Rochet, sorseggiando Glen Grant. "La famiglia Italiana è un'altra cosa", urlavamo...
Forse Mario Noto, ha voluto fare questo: indignare e fare discutere. Chissà che di tutta questa energia scatenata, se ne possa conservare tutti, almeno un pò, e che ci si possa poi indignare ogni giorno, su tutto quello che davvero non funziona, ed è sotto i nostri occhi: emarginazione, sporcizia, indifferenza, rassegnazione e crisi di identità....e chi più ne ha metta....
I problemi veri sono quelli....quelli che rovinano la nostra immagine. Le provocazioni artistiche accettiamole come piccole grandi sfide, per crescere, migliorare ed ottenere un riscatto che meritiamo, ma che sembra così lontano dal realizzarsi.
CONDIVIDO PIENAMENTE QUESTO ARTICOLO E MI PIACEREBBE SAPERE CHI L'HA SCRITTO.
RispondiEliminaAngelo, grazie....l'ho scritto io naturalmente. Se scrive qualcun altro, lo indico sempre in cima. Grazie per l'attestazione.
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