sabato 1 dicembre 2012

NAPOLI-PIAZZA ARMERINA E RITORNO: UN CUORE DIVISO TRA STORIA, BELLEZZE E MACERIE.

Un viaggio di lavoro, veloce, a Napoli. Il rientro. Il non poterne più.

Poco più di 700 chilometri, attraverso un'Italia, che sebbene sia comunque "Italia", si contende localmente, a vario titolo, l'appellativo di Italia 3 o Italia 4.
Mi domando: quante Italie ci sono? E quante se ne percepiscono? E quanto tempo ancora resisteranno? Io potrei dire, vivendo in Sicilia, ormai da poco meno di 30 anni, che anche qui, In Sicilia, esiste una Sicilia 1 (quella metropolitana, per quanto il termine sia un semplice eufemismo), una Sicilia 2 (quella delle città intermedie, come Siracusa, Ragusa, Messina) ed una Sicilia 3, le nostre provincie di Enna e Caltanissetta, così simili tutte, alle descrizioni di Enzo Russo, in "Nato in Sicilia".
Ed è proprio tra una Italia 3 ed una Sicilia 3 che si snodano questi 700 chilometri maledetti, che mi dividono il cuore. Tra l'idea di una vita possibile, ideale e stupenda, e la constatazione quotidiana di una esistenza quotidiana, dove il "semplicemente normale" è "assolutamente eccezionale". Dove ciò che altrove è "realtà" qui non costituisce nemmeno un "sogno", bensì un "miraggio".
La lotta quotidiana, che ormai ritengo persa in partenza e definitivamente, che potrebbe e dovrebbe portare ad una rivoluzione culturale: l'educazione, l'amor proprio, il rispetto, il SENSO CIVICO, l'amore vero per ogni centimetro quadrato della propria città.
La delusione quotidiana, per il senso di sopportazione, e rassegnazione quasi irritante, da parte dell'opinione pubblica, della cosiddetta "gente", che passa, osserva e tira dritto, tanto cos'altro potrebbe fare.
E non stò qui ad elencare pregi e e gli scempi, di due posti così diversi e così simili come Napoli e Piazza Armerina: storia e cultura, immondizia e volgarità, paesaggio e maleducazione, paradiso ed inferno, sotto lo stesso cielo e  ODIO ed "ammore...'ngopp' e' discese e' sott' a' luna...che è semp' ammore".
Ma è ancora Amore?? Quale Amore? E poi.....può bastare? Ci può bastare? 
Il rimpianto per la bellezza che Dio ha regalato. Che i nostri avi, ci hanno lasciato. La bellezza del paesaggio, della storia, dei monumenti. Bellezza deturpata, svilita, violentata.
E la differenza sostanziale di due caratteri diversi: la consapevole strafottenza, o strafottente consapevolezza (fate voi) dei Napoletani, e la falsa ed ipocrita indignazione permalosa ed il campanilismo inutile dei Piazzesi, ma la medesima stessa incapacità di cambiare, di dare una svolta, di abbandonare definitivamente le brutte abitudini.
Ma la constatazione peggiore....la considerazione più brutta, quella più amara: noi uomini e donne del Sud, accomunati in un quindicennio di età compresa tra i 45 ed i 60 anni. Una generazione di intenti e promesse mancate. Di volere spaccare il mondo per migliorarlo, ed averlo "spaccato e basta". Una generazione di distruzione senza costrutto alcuno.
Cari amici ed amiche coetanei, molto semplicemente e sinteticamente: abbiamo ereditato un mondo decisamente imperfetto, ed assolutamente migliorabile. Siamo seri: lo abbiamo definitivamente peggiorato, forse....irrimediabilmente. I nostri padri verso di noi, hanno responsabilità enormi. Noi verso i nostri figli le abbiamo trasformate in "responsabilità insostenibili". Siamo stati PESSIMI.
ABBIAMO MISERAMENTE F A L L I TO !! 

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