Come sempre, nella nostra città, la famosa "atmosfera celestiale", non trova spazio, tra il degrado, l'indifferenza ed il senso del nulla che ci circonda. Ed i mille problemi irrisolti.
E' pur vero, che il Natale, dovrebbe avere il suo epicentro, nel profondo del cuore di ognuno di noi. Ed è pur vero, che la profondità del significato della "natività", non stà, e non dovrebbe mai stare, negli addobbi delle vetrine. Nelle illuminazioni delle strade. Nelle pubblicità di panettoni e spumanti. Ma spesso, il feed-back tra ciò che ci circonda e ciò che custodiamo nel nostro "profondo", è un qualcosa di impalpabile ed intangibile, che in un continuo andirivieni, dallo sguardo al sentimento, e dal sentimento interno a quello esterno, condiziona il nostro umore. Ci predispone ad essere più disponibili. Più sensibili. Più socievoli.
TUTTE CAZZATE.
Un Natale, l'ennesimo Natale, dove ancora una volta, ci accorgiamo che il contorno è l'uomo, la società, la vita reale, e le pietanze invece...il piatto forte, sono il virtuale, il mediatico, la pubblicità il consumo, e la vita inventata, dalla TV, dalle reclame....insomma...dal fasullo.
E su questo altare del blasfemo, si celebrerà a giorni, la ricorrenza, che al di là delle credenze o della fede, ha il simbolo di una rinascita....in attesa di una resurrezione.
Dovremmo essere felici. Dovremmo farci riempire il cuore dai significati importanti. Purtroppo il benessere economico, serve anche a questo. A darci un pò di quella serenità utile ad abbandonare quella tristezza che ormai domina la nostra vita in lungo ed in largo. Quella sensazione di "tempo perduto", difficile da ricercare e da ritrovare, ammesso che se ne abbia la voglia, il tempo ed il motivo. Non si legge l'ansia della festa nemmeno nei bambini, così tanto ormai, siamo abituati a renderli partecipi delle nostre separazioni, dei nostri guai lavorativi, economici ed esistenziali. Fabbriche con cassaintegrati, lavoratori senza stipendio da mesi e mesi, esodati, pensionati sotto la soglia di povertà. Insomma...ovunque ci giriamo, c'è un mondo che soffre. Che mai, come in questo periodo natalizio, viene offeso dalla festa. Viene dimenticato. Viene messo in solitudine.
Facciamo una cosa, accettiamo una sfida: proviamo a ridare a questa città, il senso smarrito della comunità. Il senso di una condivisione di spazi, di obiettivi, di sentimenti.
Proviamo ad accendere tutti, qualche luce nella vita di chi non ha la nostra fortuna.
Proviamo ad accendere, per quel che possiamo, qualche lieve momento di benessere, seppur breve, nella vita degli altri.
Proviamo a perdonare qualche torto. Tentiamo di ritrovare la felicità nelle cose piccole. Nelle cose apparentemente non importanti, quotidiane, quelle che facciamo senza quasi badarci.
Proviamo a tornare a passeggiare in questa città, e smettiamola di passare per le strade distrattamente...di corsa.... Proviamo a pensare a come vorremmo che fosse.
Proviamo ad essere felici, ed a fare felici gli altri. Una goccia in mezzo al mare. Forse si. Certamente si. Ma, una bella goccia. Pulita. In un mare sporco. Potrebbe brillare come una stella.
Io lo sò, come la vorrei....la vorrei pulita.....e piena di luci.....come tante stelle. Soffuse....eleganti....intime....
Così la vorrei, Piazza Armerina.
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