"Non doveva blindare Montezemolo", dice Oscar Giannino. Ma siamo certi che non sia l'ultima trovata, di un nuovo "cartello" della salvezza della Patria, che mira a qualche orticello mediatico? Intanto il movimento cresce ed anche velocemente.
fonte: L'Indipendenza - quotidiano on line.
Monti? “Una fortissima delusione: non ci vuole un master in economia per capire che il mix tutto tasse non funziona”. E l‘atteso “cambio di marcia purtroppo non e‘ mai arrivato”.
Oscar Giannino scende in campo con il suo‘Fare per fermare il declino‘ senza nessuna alleanza sul tavolo (nonostante lui l’abbia cercata sia con Montezemolo che con Monti), ma con una lista di candidati per Camera e Senato e una candidata alla presidenza della Regione Lazio, Alessandra Baldassari. Dunque soli, almeno per ora. “Berlusconi e‘ impresentabile – dice Giannino alla stampa inaugurando la sede romana del movimento – Il Pd si allea con Sel e mette sul tavolo una patrimoniale che ci vede contrarissimi, mentre Renzi è stato sconfitto e i suoi uomini sono tenuti ai margini del partito”. Poi c’è il premier, al quale Giannino riconosce in merito “di aver ridato credibilità all‘Italia”, ma che tuttavia “non convince con la sua agenda. Oltre a non averci ricevuto nonostante le nostre richieste”. E così con Fare “ci gettiamo nella mischia”, per ora senza nessuna intesa con altre forze politiche “ma restando attenti e prestando attenzione” a quel che accade intorno. “Nel centrodestra – chiarisce – non ho capito chi sta con Berlusconi e chi invece vuol voltare pagina: parlo della Lega ma anche dello stesso Pdl”.
Nel Carroccio, dove l‘intesa con i pidiellini appare ancora in salita, “vedremo quello che dicono i vari Maroni, Tosi, Salvini…”. Per ora Giannino è capolista in diverse circoscrizioni, poi, “salvo cambiamenti dell‘ultim‘ora”, sarà candidato premier con il suo Fare. “Mi trovo a fare il front-runner – spiega chiarendo la sua posizione – ma la vivo come una cosa impropria (Sempre lui aveva giurato che mai sarebbe sceso nell’agone politico candidandosi). Metto a disposizione la mia esperienza nella speranza che serva, ma spero di dismettere questa veste al più presto”.
Intanto si va avanti sul territorio contando su 21.000 volontari, 387 comitati, 40 mila adesioni al Movimento. E alla luce dell‘“incredibile adesione” ottenuta, Giannino rimprovera a Monti anche di “avere appaltato a Montezemolo e a ItaliaFutura il monopolio della societa‘ civile.
"Magari, bisognerebbe chiedere anche a Corrado Passera se la rappresentanza non andasse organizzata in altro modo”. Ma le porte per il premier non restano serrate.”Vedremo – dice infatti Giannino – se ci sara‘qualche cambiamento in agenda e chi imbarcheranno alla fine”. Ma il no senza se e senza ma resta “all‘impostazione ‘tutta tasse‘ di Monti, senza alcuna discontinuità con la ricetta Tremonti”, chiarisce. Per far ripartire il Paese “bisogna invece abbattere drasticamente la pressione fiscale”, puntando su “meno tasse e crescita economica”, con “vere liberalizzazioni e concorrenza per abbassare il prezzo dei servizi ed aumentarne l‘efficienza”. Oltre a intervenire drasticamente “sulla macchina pubblica: un elefante corrotto incapace di correre. Credere che gli italiani debbano dare la risposta per abbattere il debito pubblico vuol dire aver sbagliato tragicamente ricetta”.
Per ora l‘obiettivo, illustra Giannino, è ”tentare di radicare una pattuglia di parlamentari” che si batta per l‘abbattimento del debito pubblico attraverso i tagli alla spesa ed evitando nuovi aumenti delle tasse, per un nuovo welfare che aiuti donne e giovani anche con una diminuzione delle aliquote fiscali.
"Magari, bisognerebbe chiedere anche a Corrado Passera se la rappresentanza non andasse organizzata in altro modo”. Ma le porte per il premier non restano serrate.”Vedremo – dice infatti Giannino – se ci sara‘qualche cambiamento in agenda e chi imbarcheranno alla fine”. Ma il no senza se e senza ma resta “all‘impostazione ‘tutta tasse‘ di Monti, senza alcuna discontinuità con la ricetta Tremonti”, chiarisce. Per far ripartire il Paese “bisogna invece abbattere drasticamente la pressione fiscale”, puntando su “meno tasse e crescita economica”, con “vere liberalizzazioni e concorrenza per abbassare il prezzo dei servizi ed aumentarne l‘efficienza”. Oltre a intervenire drasticamente “sulla macchina pubblica: un elefante corrotto incapace di correre. Credere che gli italiani debbano dare la risposta per abbattere il debito pubblico vuol dire aver sbagliato tragicamente ricetta”.
Per ora l‘obiettivo, illustra Giannino, è ”tentare di radicare una pattuglia di parlamentari” che si batta per l‘abbattimento del debito pubblico attraverso i tagli alla spesa ed evitando nuovi aumenti delle tasse, per un nuovo welfare che aiuti donne e giovani anche con una diminuzione delle aliquote fiscali.
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